La tanto bistrattata pigrizia in realtà è un tipico comportamento umano, una sorta di “risparmio energetico” applicato alle attività che portiamo avanti ogni giorno.
Questo comportamento consiste nell’eseguire uno o più compiti usando il metodo che consenta il minor dispendio energetico possibile in relazione agli obbiettivi che ci si è posto.
E’ perfettamente normale che questo succeda; sentirsi pigri non è per niente un segno di debolezza.
Ogni azione che svolgiamo quotidianamente richiede un certo ammontare di energia per essere intrapresa.
Più è alta la quantità di energia richiesta, maggiori saranno le possibilità che quella azione non sia portata a termine, sia interrotta.
Al contrario, più è bassa la quantità di energia richiesta nell’eseguire una attività, tanto più difficile sarà interromperla anche se ci renderemo conto che essa è inutile, inopportuna, dannosa.
Chattare con gli amici, frequentare il proprio social network preferito e guardare la televisione sono compiti che richiedono pochissima energia per essere eseguiti, di conseguenza la maggior parte delle persone li preferisce rispetto ad altre occupazioni più sane ma molto più dispendiosi in termini energetici.
A volte noi tutti abbiamo la sensazione che la nostra energia e forza di volontà non siano mai costanti; alcuni giorni ne abbiamo da vendere, mentre altri (e sono la maggioranza) occorre uno sforzo ben maggiore per fare qualsiasi cosa.
In quei momenti, ai primi segnali che la pigrizia sta per prendere il sopravvento, la prima cosa che notiamo (e che ci da grande fastidio) è la difficoltà nell’uscire da questo stato di torpore.
Il disagio di sentirsi pigri
Molte persone provano fastidio (e talvolta vergogna) nel non riuscire a “comandare se stesse”.
La frustrazione che segue un periodo di tempo “sprecato” svolgendo attività inutili per alcuni di noi è assolutamente intollerabile e diventa fonte di malumore generando stati d’animo votati al pessimismo.
Personalmente, mi succede spesso che, dopo una serata trascorsa a guardare la televisione, mi alzo dal divano con la netta sensazione di aver perso tempo; ho precisi ricordi di sensazioni molto simili vissute da ragazzino dopo le infinite “maratone” trascorse a giocare ai primi rudimentali ma affascinanti videogames per ore ed ore.
Molti di noi si chiedono spesso se esistano trucchi o stratagemmi utili ad evitare la “pigrizia”, riprendendo il controllo sulle nostre azioni.
Sono convinto che l’unica contromossa che possiamo sfoderare è una azione di tipo preventivo, organizzandosi per togliere il maggior numero di difficoltà insite in una azione che reputiamo utile, benefica o salutare.
Allo stesso modo per evitare di cadere in tentazione con inutili e dispendiose perdite di tempo dovremo rendere difficile l’accesso e la fruizione delle azioni meno “virtuose”.
Pigrizia: come prevenirla
Guardare pigramente la televisione a prescindere dalla programmazione in corso è facilissimo: basta sprofondare nel divano ed impugnare il telecomando.
Scegliere ed affrontare la lettura di un buon libro è difficilissimo, in particolare se non si è appassionati di lettura e se non si ha una buona libreria a propria disposizione.
Leggere pigramente i contenuti di un social network è facilissimo: basta prendere in mano il cellulare e cercare l’apposita icona.
Andare a fare una passeggiata o una corsetta in campagna è difficilissimo: occorre trovare il tempo necessario, preparare l’abbigliamento giusto, sincronizzare l’azione con l’alimentazione e vincere gli innumerevoli tentativi del cervello di convincerci che “siamo troppo stanchi”, “è meglio spostare a domani”, “fa troppo freddo (o caldo)”, “è troppo presto (o troppo tardi)”, “non si è allenati a sufficienza”, “si ha altro da fare”, ecc..
Se si ha intenzione di favorire il passatempo più salutare ed evitare quello più inutile occorre quindi modificare il grado di semplicità del ricorso a tale azione.
Si deve cercare di limitare tutti gli ostacoli che possiamo trovare nell’affrontare quella determinata azione; ad esempio se volessimo fare attività fisica in maniera costante, occorrerebbe destinare uno o più giorni alla settimana bloccando in agenda il tempo necessario (come se fosse un impegno di lavoro), gli abiti per l’allenamento devono essere pronti dalla sera precedente, la sveglia (se si sceglie il mattino) deve essere impostata e posizionata lontano dal letto e sarebbe opportuno coinvolgere un amico mettendolo al corrente delle nostre intenzioni (il solo pensiero di fare una figuraccia dando forfait basterà a mantenerci motivati).
Se invece si desidera “depotenziare” il passatempo meno utile, allo stesso modo dovremo modificare il grado di semplicità del ricorso all’azione rendendo il suo accesso difficoltoso.
Ad esempio volendo limitare l’eccessivo ricorso ai social network, si potrà disinstallare l’applicazione, oppure inserire un contatore che la disabiliti dopo pochi minuti di utilizzo, e ancora disabilitare le notifiche ed abituarsi a destinare alla lettura dei social un momento breve e ricorrente della propria giornata.
Solo organizzandosi in questo modo si avranno buone probabilità di portare avanti attività soddisfacenti evitando il malumore generato dalla consapevolezza di essersi abbandonati alla pigrizia e facendo fruttare al massimo il tempo a nostra disposizione.